Il 25 aprile 1945 l’Italia è finalmente libera dall’occupazione nazifascista e dalla dittatura, termina la lotta partigiana e ci si avvia alla ricostruzione.
Ricordiamo questa data e chi ci ha permesso oggi di esercitare le tante libertà sancite dalla nostra Costituzione, attraverso le parole di chi ha vissuto quel momento storico e ci ha lasciato l’intensità di un ricordo di cui abbiamo il dovere di fare memoria.
“D’accordo, farò come se aveste ragione voi, non rappresenterò i migliori partigiani, ma i peggiori possibili, metterò al centro del mio romanzo un reparto tutto composto di tipi un po’ storti. Ebbene: cosa cambia? Anche in chi si è gettato nella lotta senza un chiaro perché, ha agito un’elementare spinta di riscatto umano, una spinta che li ha resi centomila volte migliori di voi, che li ha fatti diventare forze storiche attive quali voi non potrete mai sognarvi di essere!”.
(Italo Calvino, prefazione a “Il sentiero dei nidi di ragno”).
Per i morti della resistenza – Giuseppe Ungaretti
Il poeta esprime l’opposizione tra la morte e la via con l’uso della metafora. La poesia fa parte della raccolta Nuove (1968-1970).
Qui
vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti
li avessero aperti
per sempre
alla luce.