Le Giornate FAI di Primavera del 23 e 24 marzo 2024 sono state, ancora una volta, l’occasione per i ragazzi
dell’Istituto di mettersi in gioco nel ruolo di Apprendisti Ciceroni.
All’iniziativa hanno partecipato, come ormai di consueto, gli studenti del Liceo Artistico di Castellamonte
dalla Seconda alla Quinta e quelli del Triennio Turistico di Cuorgnè, ma a questi si sono aggiunti con
successo alcuni allievi della Terza del corso L.E.S. e del corso C.A.T. di Cuorgnè.
Su invito di Nella Falletti, neoeletta capo delegazione FAI di Ivrea e Canavese, i ragazzi si sono preparati per guidare i visitatori alla scoperta della fucina del rame di Ronco Canavese.
La formazione è stata curata con grande disponibilità e professionalità da Donatella Steffenina, guida del
Parco del Gran Paradiso, e completata dalle prof.sse Panetti e Silva, che poi, insieme ai professori Grosso,
Borghese, Fenoglio e Bassoli, hanno assistito i ragazzi sul sito.
Gli studenti hanno favorito l’immersione dei visitatori in un ecomuseo d’eccezione, simbolo storico dello
sviluppo socio-economico della Valle Soana. La fucina del rame di Ronco è infatti attestata fin dal Seicento e si presenta come una vera e propria antica fabbrica di produzione dei semilavorati che poi confluivano nelle botteghe dei “magnin” e dei maestri stagnai per essere trasformati in pentole e stoviglie. I punti d’interesse sono sorprendentemente numerosi, dalle fornaci di fusione del rame, ai magli per la battitura del metallo, al parco macchine per la produzione di energia sfruttando la forza cinetica delle acque del torrente Soana, alla riproposizione moderna di una carbonaia per la produzione del combustibile necessario ad alimentare i fuochi.
Il sole e il clima favorevole del weekend appena trascorso hanno assicurato una buona affluenza di visitatori, che in molti casi si sono complimentati per l’entusiasmo e la professionalità dimostrati dagli
studenti; sul posto è intervenuto anche il sindaco di Ronco Lorenzo Giacomino per supportarli e ringraziarli.
Le Giornate di Primavera FAI hanno dunque saputo unire sul territorio in modo virtuoso e proficuo
numerosi attori: non solo i volontari FAI, il 25 Aprile-Faccio e i visitatori, ma anche l’amministrazione
comunale locale, la rappresentanza delle Guardie del Parco del Gran Paradiso e la Pro Loco di Ronco che ha offerto il pranzo agli studenti.
Gli Apprendisti Ciceroni sono anche stati gratificati da alcuni speciali apprezzamenti, a partire da quello di
Alessandra Magnino, intervenuta a sorpresa nella giornata di domenica in qualità di ultima erede dei
proprietari storici della fucina, e da quello di Marco Peroni, storico eporediese, autore radiofonico e
collaboratore di Rai Storia.
Questa edizione appena trascorsa delle Giornate FAI di Primavera si chiude quindi con un successo di
pubblico e una grande soddisfazione da parte degli studenti.
Ecco alcune loro testimonianze
«Ho vissuto l’esperienza FAI come una grande opportunità. Ho partecipato per la prima volta lo
scorso anno ed è stata un’esperienza meravigliosa, che ho assolutamente voluto ripetere. È un’occasione per metterci in gioco, per provare a superare la paura di parlare di fronte a persone sconosciute, di confrontarci con altri ragazzi e creare dei legami.
Soprattutto, ho vissuto l’esperienza come un grande insegnamento su come relazionarsi nel modo giusto con i turisti: ci sono quelli più curiosi, quelli più riservati e quelli che scherzano cercando di farti sentire a tuo agio nel ruolo di cicerone.
Posso solo dire una cosa: GRAZIE per l’opportunità e per gli insegnamenti ricevuti, è un’esperienza che consiglio a tutti.»
Ramona Aimonetto, corso Liceo Artistico – sede di Castellamonte
«Queste due giornate, sono state molto piene. Una nuova esperienza da aggiungere al mio percorso, non solo scolastico ma anche personale. In ambito scolastico, ho aumentato la capacità di espormi con le persone e di spiegare un argomento, senza avere troppo timore di sbagliare qualcosa. In ambito personale, l’esperienza mi ha aiutata a relazionarmi con altre persone che non conoscevo, sia i visitatori che i miei compagni; in ambito sia personale che scolastico, ho aggiornato le mie conoscenze culturali.
Io sono stata presente entrambi i giorni: non mi sono per niente pentita della scelta perché, anche se faticoso, ogni ora che passava, imparavo qualcosa di nuovo. Anche se impegnativo, la compagnia aiutava a svagarsi e a riprendere l’attività in modo più energico di prima! Inoltre, ci dava molto conforto e aumentava la nostra autostima quando i visitatori si complimentavano con noi, sia per la spiegazione, sia per la gentilezza dimostrata nei loro confronti.
Un altro aiuto sono state le professoresse che nei momenti in cui la giornata sembrava non finire più, ci guardavano e ci facevano un sorriso con il quale ti sentivi subito abbracciato. Spero ci siano altre occasioni per propormi e imparare qualcosa di nuovo.»
Giorgia Cambareri, corso Costruzioni, Ambiente e Territorio – sede di Cuorgné
«In tre anni di liceo, le giornate FAI sono state tra i progetti più interessanti proposti dalla scuola, parteciparvi è stata un’esperienza fantastica e sicuramente da rifare nella vita.
Quando ho saputo che le giornate FAI si sarebbero tenute in una fucina ho subito pensato “Forte!”
perché è un posto poco conosciuto e legato al territorio. Fino a qualche tempo fa a Sparone abitava un signore che fin da ragazzino aveva imparato a lavorare il rame e ho pensato che studiare la fucina e il modo in cui il metallo veniva lavorato mi riguardasse in prima persona. Infatti, alla fine di ogni visita guidata dicevo: “Se vi puoi interessare, anche a Sparone c’è una fucina un po’ più piccola, la seconda più importante dopo quella di Ronco”. Non lo dicevo per mettere in ombra la fucina di Ronco ma anzi per ricordare alle persone che quella poteva essere l’occasione per andare alla scoperta di altri luoghi del territorio legati magari alla vita dei loro bisnonni o nonni.
Partecipare alle giornate FAI inoltre mi ha permesso di conoscere alcuni aneddoti di vita delle
persone ed è stato molto bello perché penso che nella società di oggi non si sia più abituati a parlare. La cosa più bella è stata la frase “Auguri di buona vita, ragazze!” pronunciata da una signora con un bel sorriso. Colgo l’occasione per ringraziare il FAI, le professoresse e anche Diletta e Matilde, mie compagne
di classe, che mi hanno dovuto sopportare!»
Alessandra Tagliaferro, corso Liceo delle Scienze Umane-opzione Economico-Sociale – sede di
Cuorgné
«Quando mi hanno dato la possibilità di partecipare all’iniziativa del FAI, essendo anche collocato in un posto isolato, ero un po’ scettica. Pensavo che non sarebbe venuto praticamente nessuno eppure fin dalla prima ora del primo giorno mi sono ricreduta.
Fare la guida turistica alla fucina del rame di Ronco è stata un’esperienza incredibilmente gratificante. Ho avuto l’opportunità di condividere la mia passione per l’arte e l’artigianato antico mentre guidavo i turisti attraverso il fascino e la storia di questo mestiere. Spiegare i dettagli del processo di lavorazione del rame e mostrare gli antichi macchinari mentre i visitatori esprimevano entusiasmo e interesse attraverso gli occhi e le domande più svariate è stato davvero gratificante e motivo di orgoglio personale. Spero che la mia passione sia arrivata ai visitatori e abbia reso l’esperienza indimenticabile anche per loro.
Consiglio a tutti coloro che sono titubanti di intraprendere questa esperienza, di lasciare tutte le paure e buttarsi, poiché lascia ricordi meravigliosi.
Ringrazio di vero cuore tutti coloro che mi hanno dato l’opportunità di partecipare.»
Giuliana Cairo, corso Turismo – sede di Cuorgné
«Questa non è stata la prima volta che ho partecipato alle Giornate FAI di Primavera o di Autunno. Molte volte mi chiedono perché io continui ad aderire all’iniziativa nonostante abbia già svolto sufficienti ore di PCTO. La risposta risulta in realtà semplice: partecipare a queste giornate è come vivere un viaggio. Ogni volta che studio ed espongo questi luoghi mi sento parte della loro stessa storia, e spero di coinvolgere i visitatori, trasmettendo la passione per la storia e per l’arte, per luoghi che non sono famosi come gli Uffizi di Firenze, ma che in realtà sono altrettanto importanti. Questo per me è il compito di noi apprendisti ciceroni: riuscire a vedere il bello e l’incredibile anche nella più piccola fucina del Canavese e trasmetterlo agli altri.»
Isabella Dentis, corso Liceo Artistico – sede di Castellamonte